Diventare avvocati senza esame di Stato, passando per Madrid, non è più possibile. Il ministero della Giustizia, con il rigetto di 332 riconoscimenti di titoli abilitativi acquisiti nella penisola iberica, ha di fatto chiuso la partita dopo la stretta che proprio la Spagna ha operato a partire dal 2011.
Una partita che ha permesso di diventare avvocati senza esame di Stato, attraverso una semplice (seppur verosimilmente costosa) trafila burocratica che si snoda su quattro passaggi: 1) il riconoscimento in Spagna della laurea italiana; 2) l’iscrizione, sulla base del solo titolo di studio, all’albo forense spagnolo; 3) la conseguente iscrizione in un albo forense italiano come «avvocati stabiliti»; 4) il raggiungimento dell’iscrizione a pieno titolo come «avvocati integrati» dopo tre anni in Italia. Un flusso che viene però fermato quando in Spagna ci si è accorti che era troppo facile fare gli avvocati con la sola laurea in giurisprudenza: il freno però, lì azionato fin dal 2011, aveva evidentemente funzionato poco, perché continuavano a venire in Italia richieste di «exequatur», di trasmigrazione da albi forensi spagnoli a italiani senza che la nuova disciplina spagnola fosse stata rispettata.